Un disco da bere

di Barbara Fabbroni

È uscito Venerdì 16 dicembre 2022 l’ultimo lavoro discografico di Domenico Rizzuto, “The Undiscovered in the Sky”disponibile oltre che su tutte le piattaforme, anche in una versione da “bere”, cosa questa assai interessante oltre che curiosa. Il disco, infatti, sarà scaricabile dal QR code sull’etichetta della birra artigianale, del birrificio calabrese di Vibo Valentia Fridda Cala, un disco per ogni etichetta, una bottiglia che diventa viaggio nella musica oltre che emozione intensa di ricordi, passioni e sensazioni. Il musicista coniuga la sua passione per la musica con quella per le scoperte astronomiche che ne hanno ispirato i titoli dei suoi brani: Amaltea, The Undiscovered in The Sky, Doorway on Mars, Dark Matter, Super Puff (scoperto di recente), Imaginary People, Little Green Man e Galaxy Express. Domenico Rizzuto ci racconta e si racconta con emozione e passione ricordandoci che la vita oltre a essere una costante scoperta è anche grazia e mistero.

Caro Domenico, è uscito un tuo nuovo lavoro molto particolare, ci racconti di più?

Ho scritto questo album, per passione e il legame emozionale che mi lega al disco di Miles Davis, che ha fatto da apripista alle contaminazioni elettriche nel jazz e anche se sono un polistrumentista, la mia tromba è sempre stata ispirata al suono di Miles. È una musica contemporanea e m’intrigava che avesse un supporto fisico inusuale.

C’è una collaborazione particolare?

È una collaborazione un birrificio artigianale calabrese. Con i due proprietari, Fridda Cala e Marco Facciolo, che sono amici miei da tanti anni, abbiamo disegnato una bottiglia speciale, un inedito disco da bere!

Cosa significa un disco da bere?

Ogni bottiglia è etichettata con la cover del disco che sarà scaricabile con il QR code sul retro della bottiglia.

Scusami una curiosità: perché non abbinarlo a un vino rosso?

Troppo scontato! E poi conosco i proprietari del birrificio da sempre, come ti ho detto sono dei miei carissimi amici!

Cosa rappresenta per te questo progetto?

È un disco in cui mi riconosco e che mi rappresenta. Il progetto è totalmente solistico e nasce come omaggio al primo disco elettrico di Miles Davis, “Miles in the Sky”, un’opera che non dimentica la liricità e la rotondità del sound jazz Europeo, integrando melodie eleganti e dilatate, lontane quindi da asperità e da improvvisazioni tipiche del free jazz in una versione che  non è una reinterpretazione dei brani originali, ma piuttosto  una visione personale – in chiave elettronica – dei suoni, delle atmosfere,  dei colori e del messaggio che l’album di Davis ha impresso nella musica del ventesimo secolo.

Qual è la caratteristica musicale di questo lavoro?

Ritmicamente è influenzato dalle tradizionali mediterranee e sudamericane, ma la melodia rispecchia la più pura tradizione europea, alla quale sono molto legato.

Che cosa rappresenta per te?

Mi piace pensare che possa essere un ulteriore passo verso la nuova direzione che la musica sta imboccando, dove la mia curiosità si coniuga con la ricerca di nuovi orizzonti, nuove frontiere, in musica come in astronomia.

Su quali caratteristiche si sviluppa l’album?

L’album si sviluppa su dei temi ben definiti: la ricerca del suono, la scoperta e l’inesplorato. Una ricerca in cui storia e futuro tecnologico si fondano in un tutt’uno trovando un nuovo equilibrio. Così campionando, sintetizzando e manipolando elettronicamente molti suoni originali di Davis, sono state create delle texture, degli intrecci ritmico armonici e delle atmosfere che creano insieme al suono della Tromba di Domenico Rizzuto una musica nuova e visionaria.

La copertina da chi è disegnata?

La copertina è disegnata da Marco Facciolo, è la rappresentazione artistica del buco nero fotografato recentemente nella nostra galassia, i cui colori omaggiano volutamente la copertina di “Miles in the Sky”.

Come coniughi lavoro e famiglia?

Non è semplice ma ho la fortuna di avere mia moglie che lavoro anche lei nel campo musicale, ci comprendiamo e sappiamo bene che il nostro lavoro è particolare sebbene pieno di emozione. Abbiamo tre figli meravigliosi e siamo una famiglia tradizionale nonostante il lavoro particolare che facciamo.

I tuoi figli amano la musica?

Mio figlio più grande, ha cinque anni, suona già il pianoforte e devo dire che per la sua età è bravo. Decideranno loro cosa fare da grandi. Comunque sia la musica è sempre una bella risorsa, insegna e arricchisce, forma e struttura, crea una sensibilità particolare nella persona.

Progetti?

Molti e tutti interessanti che vedranno il loro sviluppo nel 2023.

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